Il Bologna sfata il tabù gol in Champions, ma il Lille vince sotto il segno di Makau
Non è una Champions League per il Bologna. Si sapeva, si era detto in tempi non sospetti, eppure è ugualmente frustrazione. I rossoblù perdono per la seconda volta casalinga consecutiva in Europa, la quarta complessiva, al Dall’Ara vince il Lille per 1-2. Buona notizia: il tabù gol è stato sfatato; la cattiva invece è che non è bastato a fare nuovi punti. In classifica i felsinei restano aggrappati al punto ottenuto contro lo Shakhtar Donetsk per non ritrovarsi all’ultimo posto.
Eppure la partita sembrava potersi inserire sui binari favorevoli ai rossoblù. In campo tornano Ndoye dopo la botta contro il palo dell’Olimpico, così come capitan Ferguson, alla prima da titolare dopo l’infortunio. Nessuna seconda chance immediata per Pobega, Lykogiannis nuovamente titolare a sinistra, e Iling Jr., atteso protagonista, ancora escluso dai titolari. L’idea è di una squadra molto fisica, capace di vincere gli uno contro uno con gli avversari in una serie di duelli a tutto campo.
I felsinei, come successo contro la Lazio soffrono nella prima parte della gara, ma in realtà, proprio come successo a Liverpool e Birmingham non si fanno schiacciare. Al contrario è il Bologna a colpire per primo, con l’inserimento perfetto di Dallinga sul tocco d’esterno di Orsolini. L’olandese si invola e batte l’uscita di Chevalier con un diagonale chirurgico. La gioia del Dall’Ara esplode, ma in realtà, proprio come successo in Inghilterra, l’urlo di gioia resta strozzato in gola. In quest’occasione la bandierina del guardalinee non si alza, ma dopo un lungo check, è il Var ad annullare la rete, per un fuorigioco di pochi centimetri da parte dell’attaccante felsineo.
È una vera ingiustizia questa stagione europea del numero 24 rossoblù, così come per i felsinei. Se infatti al 13’ il colpo di testa di Alexsandro prende il palo, scampando il Bologna dello svantaggio immediato, qualche minuto più tardi la sfortuna si accanisce sugli emiliani. L’azione del vantaggio del Lille sembra infatti tratta dal peggior film demenziale ed è francamente difficile trovare spiegazioni o giustificazioni a riguardo.
Immaginate lo scenario: fine di un primo tempo dove i rossoblù hanno risposto colpo su colpo ai rivali in campo; possesso difensivo emiliano in attesa della notifica del recupero. Sulla rimessa laterale felsinea, il rinvio di Posch colpisce la testa di Beukema e mette in moto David, che ha la fortuna di vedersi arrivare il pallone precisamente sui piedi. Il canadese entra in area e crossa in area per Mukau. Sul primo tentativo il Bologna sembra salvarsi, conlo stesso Posch a “parare” il tentativo iniziale del congolese, nulla potrà invece sulla ribattuta vincente del classe 2004, che realizza lo 0-1 allo scadere della prima frazione. Lo sguardo e la postura in panchina di Italiano valgono mille parole: paralizzato e incredulo a causa della sequenza appena avvenuta.
È ancora presto però per disperare, c’è un secondo tempo per reagire e magari ribaltare il risultato con i primi gol in Champions League del Bologna. Ma nelle prime battute della ripresa è la sofferenza a farla da padrona in campo per i padroni di casa. Skorupski, già protagonista nel primo tempo, si rivela una grande sicurezza per i pali emiliani e grazie alle sue parate, poco a poco in avanti tornano energia e fiducia. Tutto questo fino al 63’ quando la magia della Champions League investe il Bologna. Sul cross da calcio di punizione di Lykogiannis infatti Lucumí si inserisce perfettamente e con il destro segna il primo gol di questa campagna europea e il suo primo di sempre con i felsinei.
La festa è facile da immaginare: un’esplosione maturata fattasi attendere per ben 4 ottime partite, dove era mancato solo quel pizzico di fortuna in più per gridare di gioia. Ecco quello che serviva è arrivato, ma forse ha colto di sorpresa anche gli emiliani, perché la nuova parità dura appena 3 minuti. Proprio così, una gioia effimera, prima di un brutto ritorno alla realtà. Sulla sinistra infatti Fernandez brucia tutti gli avversari di fronte a lui e serve in area ancora Mukau, il quale decide che il Dall’Ara è il teatro perfetto per la sua prima doppietta tra i professionisti. Un gol bruciante, che risucchia con sé tutta l’energia esplosa pochi secondi prima.
La Curva Bulgarelli è encomiabile, sforzo stoico per provocare una reazione da parte della squadra, quasi a trascinarla di peso. Il Bologna ci prova con coraggio, ma non incide: il Lille di Génésio è impeccabile nella sua organizzazione e perfetto nell’applicazione in campo. I felsinei non riescono più a superare Chevalier e al 95’ si ritrovano ancora una volta sconfitti in Champions League.
Per il Bologna era come una finale in termini di classifica: molto del destino europeo passava da una vittoria con il Lille e invece il bottino è ancora zero punti. Si può definire già chiusa l’esperienza europea di questa stagione? La risposta è no. Aritmeticamente i felsinei sono ancora in corsa, questo chiaramente non significa che il percorso sarà facile. Italiano ora può realmente solo vincere e sperare in risultati positivi così da poter accorciare la classifica: il destino di un posto nelle prime 24 non è più in mano ai rossoblù. Ma questo non è un buon motivo per chiamare “inutili” le restanti tre partite di Champions League.
È brutto, forse brutale da dire, ma il triplo salto in alto fatto dal Bologna verso la massima competizione europea ha caricato di troppe aspettative la stagione europea. Il mercato non è adeguato alla Champions League? Possibile, ma sarebbe molto, troppo ingenuo, pensare che con uno ZIrkzee o un Calafiori in più la musica sarebbe cambiata, e non per colpa dell’allenatore. Sì, la Champions League è così difficile e quando il calendario ti mette di fronte a otto squadre, 7 di queste tra le migliori 14 della competizione, c’è poco mercato a cui aggrapparsi, ma solo fare i conti con la realtà della competizione. Citofonare al Lipsia per ulteriori approfondimenti: terza forza del campionato tedesco, ma attualmente fermo a quota zero punti alle spalle degli emiliani.
Per chiudere l’analisi della partita invece, i numeri raccontano di una sfida appassionante. Ritmi alti e tantissima corsa, dove il Bologna vince il confronto sul possesso palla, ma non riesce a incidere in attacco come gli avversari. I felsinei hanno il pallone per il 55% del tempo e realizzano 457 passaggi su 519 (88% di precisione), ma tira appena 11 volte di cui 6 nello specchio della porta. Dall’altra parte invece nel 45% del tempo, con precisione di palleggio dell’83% (331 passaggi su 398 completati), il Lille tira ben 15 volte, di cui 7 nello specchio di Skoruspki. Non solo questo, ma in termini di expected goals, i padroni di casa combinano per soli 1,47 xG, mentre gli ospiti arrivano a 2,17 xG, giustificando il proprio successo.