IL PRE-PARTITA DI BOLOGNA-LILLE
Dopo la debacle di domenica sera rimediata con la Lazio all’Olimpico, il Bologna ha la “fortuna” di poter immediatamente voltare pagine già settantadue ore più tardi. Cambiano gli scenari e con questi si spera anche il risultato, o quantomeno l’atteggiamento, troppo permissivo con i biancocelesti, al netto dell’inferiorità numerica che ha inevitabilmente condizionato il proseguo del match. Il primo a scusarsi è stato lo stesso Pobega, autore di un’entrata scellerata e insensata, ribadita poi da tutta la stampa e perfino da Vincenzo Italiano.
Ore 21, Stadio Renato Dall’Ara dal tutto esaurito per rivivere emozioni che non so tra quanto il Bologna tornerà a vivere. Dopo aver raccolto un solo misero punto (all’esordio) nelle prime quattro giornate, i rossoblù si giocano il dentro-fuori contro il Lille di Bruno Genesio. Il tecnico nativo di Lione, crebbe calcisticamente proprio con i Les Gones, prima dell’esordio in prima squadra e dopo averne guidato il timone a partire da quel famigerato 24 dicembre 2015, dopo anni da vice.
La storia di Genesio è delle più belle, paragonato a chi in Italia è partito dalle serie minori per poi solcare i grandi palcoscenici. E così ha fatto, mettendo il suo zampino quando chiamato a stagione in corsa per ribaltare gli scenari, riuscendoci nell’esperienza in Cina con il Beijing Guoan, con il Lione e con il Rennes, trascinandolo alla quarta posizione in appena undici giornate. In estate, dopo il mancato rinnovo di Paulo Fonseca, il Lille è corso ai ripari assicurandosi una certezza sulla piazza. Il lavoro di inizio stagione n’è la piena testimonianza: i “Les Douges” (i mastini) sono imbattuti da settembre tra Coppa e campionato. Un mese, quello di settembre, nefasto per i transalpini, reduci da due sconfitte in Ligue one (Psg e Saint-Etienne) e in Champions con lo Sporting Lisbona in terra lusitana.
Dopodiché, la squadra si è assestata e assettata, rendendo conforme e unilaterale lo schema imposto dal tecnico. Ne sanno qualcosa le due squadre di Madrid, uscenti sconfitte chi davanti alla propria bolgia (l’Atletico), e chi invece, di misura al Pierre Mauroy. I Les Douges stanno vivendo una stagione da sogno: quarto posto in campionato, quattordicesimo nel nuovo formato della Champions. I ragazzi di Genesio sono ben ossidati e pronti a voler bissare il risultato dell’altra squadra di Francia uscita vittoriosa non meno di un mese fa in terra felsinea; risponde con il coltello tra i denti l’organico di Italiano, ancora in fase di digestione dalla troppa fatica accumulata domenica sera. Tornando a questionare sulla formazione dell’Alta Francia, arrivano segnali confortanti dalla gara di domenica vinta con il Rennes. In una gara a senso unico, decisa dal guizzo di Zegrova, nel finale di partita lo stesso calciatore kossovaro aveva abbandonato anzitempo il rettangolo verde per un presunto affaticamento muscolare. Verrà valutato in queste ore in attesa di capire se il tecnico vorrà rischiarselo dall’inizio o a gara in corsa, qualora ce ne fosse bisogno.
Il Bologna, con il recupero di Ndoye – da lunedì in gruppo – così come quello di Skorupski e Casale, assenti a Roma per un attacco febbrile, registra il pienone (o quasi) per quanto riguarda l’organico. Persiste, e di certo non lo scopriamo di certo oggi, il dubbio amletico su chi partirà come terminale offensivo: Castro per meritocrazia o Dallinga per affinità con il club francese? Dopo che Vincenzo Italiano alla vigilia della sfida dell’Olimpico aveva ripreso la teoria del Ketchup (secondo la quale una volta sbloccati la restante parte è in discesa) riferendosi proprio al centravanti olandese, è intervenuto perfino Lykogiannis a dire la sua sulla crescita e sulla fiducia del compagno.
La mancanza del gol è il tarlo più significativo di questa edizione di Champions per i rossoblù (unica squadra a secco), nonostante gioco e atteggiamento non siano mai mancati. Trattasi del primo confronto tra Bologna e Lille, il quinto tra i felsinei e un club francese, partendo dai doppi confronti con Lione e Marsiglia nella stagione 1998/1999 arrivando alla beffa nel finale contro il Monaco soltanto qualche settimana fa. Il tecnico degli ospiti in conferenza stampa ha sciolto ogni perplessità sulle condizioni di Zhegrova, disponibile, a differenza del baby Mbappè, di Meunier e di Angel Gomes assente fino alla pausa invernale. Oltre al kossovaro già sopracitato, le maggiori insidie passano dai piedi di David: centravanti parecchio corteggiato dalle big italiane, alla ricerca del quinto squillo personale in questa Champions League. Diciannove gare disputate dai Les Douges, due in più del Bologna per via del turno preliminare di andata e ritorno per poter partecipare all’attuale edizione.
Di queste diciannove gare, l’ultima sconfitta risale allo scorso settembre, dopodiché undici risultati utili consecutivi. Vecchie conoscenze tornano a far visita al tricolore, da Umtiti a Mannone, passando per Bakker e menzionando perfino il centrale brasiliano, Alexsandro, oggetto di mercato proprio dei rossoblù. Due squadre che complessivamente si equivalgono se a tenere banco dovesse essere il solo valore dell’intero roster, con la differenza che subentrano poi fattore ignari a chi non ha mai praticato questo sport.
Fischietto affidato all’inglese Michael Oliver, ormai un comprimario in campo internazionale, protagonista di tre precedenti con questo nuovo format; una delle quali proprio con un’italiana in campo (l’Inter) vincente a Berna sul campo dello Young Boys.
Foto: Bologna FC 1909