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Bologna-Shakhtar: il pre-partita
Inizia oggi, dopo sessanta lunghissimi anni, il cammino del Bologna in Champions League. Solo a pensarci vengono i brividi, a scriverlo non sto nemmeno a spiegarlo. Che poi … un tempo si chiamava Coppa dei Campioni, ribattezzata solo nel 1992 in Champions League. Per rivedere i rossoblù in Europa bisogna spostare le lancette del tempo alla stagione 2002-03, quando uscirono inermi dal doppio confronto con il Fulham che si è aggiudicato poi la Coppa…Intertoto.
E allora ecco che in città si respira un’aria del tutto innovativa, proprio perché trattasi di prima volta. L’inizio di stagione – ancora privo di vittorie – della squadra di Vincenzo Italiano ha però destabilizzato qualcuno, rimasto ancora agli antipodi con Thiago Motta in panchina, immemore della partenza balbettante del tecnico italo-brasiliano al suo arrivo. Il pareggio di Como, comunque in rimonta, ha diviso la piazza tra coloro che ritengono insensato partecipare a questo tipo di competizione con una rosa così e chi, invece, vuole godersi un clima con la consapevolezza che possa essere l’ultima.
E non poteva capitare esordio più soddisfacente se non davanti al proprio pubblico, allo stadio Renato Dall’Ara, pronto a sentire una musichetta di tutt’altra sinfonia. Davanti a sé una squadra abituata a questi tipi di palcoscenici; infatti, gli ucraini sono alla 23esima partecipazione, pur non riuscendo mai ad oltrepassare la soglia dei quarti di finale. I “minors” (o per meglio dire, squadra dei minatori) abitualmente in patria occupano le posizioni nobili di classifica, contendendosi spesso e volentieri il trono con l’altro grande club d’Ucraina: la Dinamo Kiev. L’albo d’oro della Prem”jer-liha (nome del campionato ucraino) recita una continua alternanza per quanto riguarda i titoli: è dalla stagione 1992-93 – seconda assegnazione dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica – che non esiste alcuna detentrice al di fuori di esse.
In questo avvio, però, se vanno addossati demeriti ai rossoblù, con le dovute proporzioni va additata qualche mancanza anche ai ragazzi capitanati da Marino Pusic, in settima posizione. Lo stesso bosniaco si è espresso in conferenza stampa su molteplici tematiche, tra cui quella delle situazioni circostanziali a cui sono sottoposti gli ucraini dopo lo scoppio della guerra. Dinamiche politiche…torniamo a noi! Ha parlato anche di coralità del gruppo-squadra rossoblù nonostante le importanti cessioni estive, ai quali sono subentrati ugualmente “giocatori forti”.
Non si è fatta attendere la risposta di Vincenzo Italiano, in compagnia dei volti più galanti dello spogliatoio felsineo, Riccardo Orsolini e Lorenzo De Silvestri. Malgrado quest’ultimo non sia stato inserito nella lista Champions, ci ha tenuto a garantire un apporto sentimentale fuori dal campo. Di Orsolini, invece, a cui tutti hanno a cuore quel celebre “non so se si è capito, ma siamo in Champions League”, va scalfito su una pietra su come il Bologna sia forte e serva tempo per assemblare certi meccanismi. Lui che di Bologna non è nativo ma è come se lo fosse, ha conquistato l’anima di tutti con la sua aria solare, ora pronto a trascinare i suoi compagni da capitano in questa esperienza, da vivere a testa alta.
Trattasi di esordio per lui così come per Italiano, regolare nella partecipazione in campo europeo seppur di altro cantore. Il tecnico siculo velatamente è parso emozionato in volto, anche se non intende (come molti pensano) fare da sola comparsa. Il Bologna, presentandosi da outsider, in quarta fascia, stando ai valori di Transfermarkt ha ben 13 squadre alle sue spalle, tra cui proprio la squadra di Donetsk. La squadra di Marino Pusic, proveniente da uno schiacciante 5 a 2 con il Karpaty Lviv, recupera Pedrinho, tenuto a riposo. Cambieranno con ogni probabilità gli esterni bassi: Konolpya e Azarovi in pole su Tobias e Pedrinho (un omonimo).
In stato di grazia Bondarenko, autore di una tripletta nell’ultima uscita stagionale; al suo fianco il numero 10, Sudakov, uno dei giocatori più attenzionati dalla retroguardia – farfugliata – rossoblù. Un altro papabile pericolo è rappresentato da Sikan, autore di 4 gol nell’ultima fase a gironi della scorsa edizione. Al 4-3-3 degli ucraini, i petroniani rispondono con un 4-2-3-1, o 4-3-3 a seconda dei momenti di gioco: rientra Lucumì al fianco di Beukema, con Posch e uno tra Lykogiannis e Miranda (in vantaggio il greco per esperienza) a completare la linea a 4; al fianco dell’insostituibile Freuler, Fabbian presenzia, uno tra Aebischer e Pobega a fare le veci l’uno dell’altro.
Davanti, l’ingresso di Castro a Como è stato talmente convincente da non porre alcun dubbio per la sfida odierna; chi deve ribaltare la tendenza è Riccardo Orsolini, ugualmente verso la conferma sulla destra, con Ndoye in vantaggio sulla sinistra. L’unica nota avversa, il meteo, ma siamo certi non incide sull’atmosfera sugli spalti…e poi chissà che esordio bagnato non possa effettivamente portare a un esordio fortunato!
Foto: Bologna Fc 1909