Bologna-Udinese: il pre-partita
La nuova Serie A ha preso il via nella giornata di ieri, regalandoci i primi segnali di un campionato in cui ne vedremo delle belle. Quest’oggi inizia la stagione dei rossoblù, chiamati ad ospitare allo stadio Renato Dall’Ara l’Udinese del neo-tecnico Kosta Runjaic. Nato a Vienna, nazionalità tedesca e origini croate è un allenatore con una spiccata idea votata all’aggressività, ma al contempo intelligente nel saper adagiarsi alle situazioni di gioco. Proveniente dalla Legia Varsavia, club polacco con il quale ha vinto Coppa e Supercoppa nella stagione 22-23, si è contraddistinto per una difesa a tre, opzionabile anche – a seconda del contesto tecnico-tattico delle sue squadre – a quattro.
L’Udinese, a differenza del Bologna, ha già esordito ufficialmente, scendendo in campo alla Dacia Arena nel secondo turno di Coppa Italia, annientando l’Avellino per ben quattro reti a zero. Il tecnico dei friulani, dopo un breve excursus sul mercato, ha concluso la conferenza stampa dell’antivigilia con parole di enorme stima nei confronti dell’ambiente, definendo la presentazione della squadra come la più bella della sua carriera. Così come l’Udinese, anche il Bologna – obbligato – ha cambiato gestione sulla panchina: via Thiago Motta, dentro Vincenzo Italiano. Quest’ultimo non ha bisogno di presentazioni, avendolo già osservato sulle panchine di Spezia e Fiorentina negli ultimi anni.
Proprio nell’ultimo triennio – a Firenze – ha riportato i viola a giocare le coppe, conducendoli per ben due volte in finale in campo europeo e una volta in quella di Coppa Italia. In nessun caso non è riuscito a portare a casa un trofeo ed è stato l’unico disappunto che gli si può addurre in un triennio simile. Italiano ha, dunque, deciso di assumersi l’incarico non semplice di prendere le redini di un allenatore (Thiago Motta) che ha riportato il Bologna in Champions League dopo oltre sessant’anni, facendosi perfino amare da chi dopo appena quattro partite nella stagione precedente gli sparava fango addosso.
Può essere definito timoroso un allenatore così? No. Italiano, fin dalla preseason ha fatto vedere più da vicino i suoi dogmatismi espressi anche a Firenze, piazza che – come Bologna – pretende sempre di più. Prima a Casteldebole, poi a Valles e infine di nuovo a Casteldebole, il nuovo tecnico dei rossoblù ha lavorato con i suoi per preparare al meglio l’inizio di campionato, seppur durante il percorso abbia dovuto affrontare ostacoli di qualsivoglia tipo. Parecchio tribolata è stata la preparazione del nuovo Bologna marchiato Italiano, costretto a lavorare in un primo momento con un numero ridotto di calciatori in vista degli Europei e della Copa America.
Come se non bastasse, chi è partito non è mai più tornato (vedi le telenovele Calafiori e Zirkzee) o addirittura si è diretto subito – o quasi – in infermeria. Il Bologna, al momento, è falcidiato dagli infortuni (l’ultimo in ordine cronologico è quello di El Azzouzi, out per le prossime due settimane per una distorsione del ginocchio destro, con edema osseo del piatto tibiale), per cui fare i conti con l’oste ad oggi appare abbastanza futile. Un aspetto comune a tutte le squadre, invischiate tra infortuni, gambe appesantite per i duri carichi d’allenamento, il clima arido e i giocatori in entrata e quelli in uscita.
Il tormento del mercato incombe, oggi più che mai, in quanto molte squadre – tra cui il Bologna, alla ricerca assidua di un difensore – devono ancora aggiungere pedine al proprio roster. Le inconvenienze, perciò, sono molteplici, per Bologna e Udinese subentrano perfino i nuovi stile di gioco improntati dai rispettivi allenatori. Aggressivi entrambi, con Italiano più votato alla prima pressione e riconquista alta – per cui non si ha ancora la forza fisica e mentale adeguata – per poi trasformare l’azione da difensiva a offensiva. Più diretto il calcio di Italiano rispetto a quello passato di Thiago Motta, il cui prediligeva la pacata gestione del pallone, una volta riconquistato, per sfibrare e sfiancare gli avversari. Anno nuovo, vita nuova; inutile paragonarli, specie ora in cui tutti i fattori sono il presagio di una partita per certi versi fiacca e logorante dal punto di vista fisico.
In entrambe le conferenze pre-partita, i due allenatori hanno indicato ai propri giocatori di rifiatare nei momenti di stallo e di gestire il livello aerobico. L’unica condizione favorevole è l’abbassamento delle temperature, con qualche ondata di pioggia a bagnare la folla dei 26 000 presenti, estasiati dall’attesa di rivedere la propria squadra del cuore al Dall’Ara. Il Bologna, nella stagione in cui dovrà affrontare il doppio impegno (tre, se considerata la Coppa Italia), aspetta rinforzi in questo tedioso finale di calciomercato.
Da capire cosa fare del centrocampo, al momento tormentato dalle condizioni fisiche di Urbanski (tendinopatia), il già citato El Azzouzi, il lungodegente Ferguson e Aebischer (appena rientrato dopo tre settimane in cui ha lavorato a parte). Gli altri? Rientrato De Silvestri e Karlsson – anche se quest’ultimo “ancora indietro” per Italiano – mentre Holm ne avrà ancora per qualche giorno dopo la distorsione al ginocchio sinistro rimediata nel ritiro di Valles.
Foto: Bologna Fc 1909