Finals LBA 23/24: A Bologna passa Milano, la Virtus perde il fattore campo
La Virtus cade davanti ai propri tifosi e perde il fattore campo nella finale scudetto, come già accaduto nel 2022, quando, al termine dell’annata, l’Olimpia si impose per 4-2 contro la formazione di coach Sergio Scariolo.
I bianconeri partono forte ed impongono subito il proprio ritmo: Milano perde parecchi palloni, non riesce a gestire la propria fase offensiva coralmente, affidandosi solo al palleggio dei singoli, la Vu nera ha la possibilità di partire in transizione in svariate circostanze, lo fa e punisce con tante soluzioni facili al ferro, senza che la retroguardia meneghina abbia nemmeno il tempo di schierarsi correttamente.
Il dettame tattico più interessante è rappresentato dagli accoppiamenti dei lunghi, i quali variano a seconda degli interpreti che si trovano sul parquet: quando Shengelia e Dunston sono in campo insieme, Milano sceglie di affidare il georgiano a Melli e lo statunitense a Mirotic, mentre accade il contrario quando attacca l’Olimpia; con Zizic e Polonara sul parquet, invece, Hines si incarica del croato ed è ancora Mirotic ad essere protagonista, questa volta sul numero 33, ritenuta dall’EA7 meno pericoloso spalle a canestro rispetto a Shengelia. La Segafredo chiude in vantaggio di otto lunghezze i primi venti minuti di gioco, grazie ad un’ottime difesa e ad una buona espressione di gioco nella metà campo avversaria; per Milano, d’altro canto, tenere la singola cifra di svantaggio è un affare, poiché i biancorossi subiscono per tutto il primo tempo ed è la Vu nera a non concretizzare in fase offensiva.
Il terzo quarto inizia, come di consueto, con dei problemi per i padroni di casa: l’Olimpia impone ai felsinei un parziale di 0-5 tutto a firma Shabazz Napier, la Virtus risponde da oltre l’arco con Cordinier, il quale, tuttavia, sarà l’unico ad aver colpito nei primi sei minuti del penultimo parziale; gli ospiti si avvicinano sempre più nel punteggio, fino a sorpassare per la prima volta a quattordici minuti dalla sirena finale con il primo squillo importante di Shavon Shields. La Segafredo chiude la terza frazione avendo subito 29 punti ed in svantaggio di sei lunghezze.
L’ultimo e decisivo parziale termina sul punteggio di 20-14 in favore della Segafredo, che riesce a pareggiare l’incontro, controsorpassa grazie a Lundberg e Cordinier, ma l’Emporio Armani non ci sta e trova la tripla del pareggio di Napier: è overtime. Nel tempo supplementare, i biancorossi meneghini vincono il match con 18 punti a referto in cinque minuti: a prendersi tutta la scena è Shavon Shields, silente fino al terzo quarto e determinante con tre conclusioni a segno da oltre i sei metri e settantacinque. La serie, ora, dice 0-1 in favore dell’Olimpia, con la Virtus che proverà a riportare in equilibrio la diatriba sabato, per poi affrontare una o due trasferte molto ostiche nel capoluogo lombardo.