L'ora del riscatto è arrivata: la Virtus batte Valencia e continua a sognare
Nel periodo peggiore dell’anno, una delle vittorie migliori. E’ fatta così la Virtus, è fatta così la città di Bologna, nel bene e nel male. La Segafredo domina un avversario ostico come Valencia, in seguito alla pessima sconfitta ai quarti di finale di Coppa Italia contro Reggio Emilia ed a quattordici giorni di assenza dai campi di tutta Europa per via della sosta FIBA.
“Un giorno sono tutti scarsi, quello dopo tutti fenomeni”, si dice in gergo da queste parti. Non è mai stata vera come in questo momento l’affermazione appena riportata: nei confronti della società e della squadra bianconera sono state rivolte pesanti critiche nell’ultimo mese, le accuse hanno riguardato ogni membro dello staff ed ogni singolo giocatore, ma Bologna, quella che non ha mai smesso di essere focalizzata sul prosieguo del proprio cammino, si è presa il suo riscatto.
La Segafredo vince e convince, dicevamo. Si potrebbe parlare di dominio, ma sarebbe troppo da concepire per chi ha voglia di vedere il bicchiere mezzo vuoto alla prima occasione possibile, e allora ci limitiamo a fornire qualche incontestabile dato statistico: i bianconeri, nel match contro Valencia, hanno collezionato ventitré assist di squadra, perdendo solamente otto volte il possesso della sfera, mentre gli avversari, a fronte di quattordici assistenze, hanno regalato il pallone ai felsinei in quindici occasioni. Le Vu nere si passano il pallone, del resto lo hanno sempre fatto; resta, quindi, un’eccezione il derby emiliano andato in scena a Torino, durante il quale la formazione bolognese aveva dato l’impressione di volersi giocare la diatriba in maniera molto più individualista rispetto al solito. La differenza tra le due compagini, nel ventisettesimo round di Eurolega, la fanno proprio la gestione della palla, la condivisione della stessa tra gli interpreti di casa e la poca precisione nel cercarsi, invece, degli spagnoli, meno corali rispetto alla Virtus: i lunghi felsinei vengono innescati in movimento, mentre tagliano verso le plance fronte a canestro, senza insistere nel voler a tutti i costi rallentare il gioco per far prevalere un maggior tasso tecnico diffuso, mentre gli esterni fanno circolare la sfera sul perimetro, si scambiano di posizione, corrono dappertutto e si trovano in diverse posizioni del parquet.
Durante il corso del primo quarto, inoltre, quando la compagine ospite pare aver preso in mano le briglie del match, il lavoro dei lunghi in “rym protection” consente alla Vu nera di mantenere il punto a punto e non accumulare uno scarto in negativo troppo pesante: in questa ottica, da segnalare, senza dubbio, la prova di Jordan Mickey, protagonista del primo momento veramente positivo di gara per i suoi, con lo statunitense abile nel proteggere le plance, raccogliere palle vaganti e concretizzare nella metà campo offensiva. La Virtus sposta l’inerzia dell’incontro dalla propria parte, non concede mai canestri facili a Valencia e prende fiducia in attacco, riuscendo a colpire al ferro, ma anche dalle media e lunga distanza, dopo un avvio deludente a livello percentuale, in particolare da oltre l’arco.
L’infortunio al quinto minuto di gara di Tornike Shengelia, inoltre, aveva aggiunto non poche difficoltà alla Virtus proprio nel momento in cui gli spagnoli stavano conducendo le operazioni; la Segafredo non si scompone, Banchi affida maggiori responsabilità a Polonara e Mickey, ottenendo ottime risposte da parte di entrambi nelle due fasi del gioco, mentre il georgiano dovrà essere rivalutato nei prossimi giorni, ma la sensazione è che la sua presenza a Sassari e, forse, anche ad Atene contro l’Olympiacos sia a rischio.
La Virtus, al di là delle condizioni del suo numero 21, strappa un successo fondamentale in chiave playoff, mantiene la terza posizione condivisa (momentaneamente solo con il Panathinaikos, domani, forse, anche con Monaco) ed agguanta quota diciassette vittorie stagionali nella massima competizione continentale. Il sogno può andare avanti, nessuno ha ancora dato la carezza del buongiorno alla Segafredo. L’obbiettivo di inizio anno era quello di entrare tra le prime dieci al termine della regular season, i bianconeri sono uno dei principali candidati per terminare le prime trentaquattro gare di Eurolega nelle quattro posizioni più nobili della graduatoria: un bel salto in avanti, ma le Vu nere sono questo e fanno sembrare semplice quello che doveva essere, per i bracket di Settembre, uno scontro diretto di medio-alta classifica.