Virtus, la Coppa Italia resta un rebus: a Torino vince Reggio Emilia
Sono già finite le Final Eight di Coppa Italia per la Virtus. Alla Inalpi Arena di Torino trionfa la Unahotels Reggio Emilia, che affronterà Napoli in una semifinale a sorpresa.
La Segafredo torna a Bologna per rifiatare, raccogliersi attorno alle proprie certezze, lavorare e sfruttare al meglio i tredici giorni che la separano dal match di Eurolega contro Valencia, nonostante nel mezzo vi sia una scomoda sosta nazionali. Reggio, al contrario, prosegue il proprio percorso nel capoluogo piemontese, sognando una finale, che, con ogni probabilità, darebbe tutta un’altra dimensione alla stagione di Galloway e compagni.
Annata fallimentare quella delle Vu nere? La risposta è negativa, nella maniera più assoluta. Bologna perde la grande occasione di portarsi a due trofei stagionali dopo la vittoria in Supercoppa, cade contro un’avversaria di livello inferiore, ma mantiene tutti gli altri propri obbiettivi, per i quali continua a lottare, offrendo grandi concetti di pallacanestro. Per il secondo anno di fila, tuttavia, svanisce la possibilità di alzare la Coppa Italia, trofeo divenuto maledetto: i bianconeri felsinei, infatti, hanno conquistato la seconda coppa più prestigiosa in Italia nel 2002 per l’ultima volta, perdendo successivamente cinque finali (in ordine nel 2007 contro Treviso, nel 2008 contro Avellino, nel 2009 con il successo di Siena, nel 2010 ancora contro la Mens Sana e nel 2023 contro Brescia), senza contare tutte le edizioni in cui non sono riusciti a raggiungere l’ultimo atto della manifestazione.
La Virtus, per tornare alla gara contro Reggio Emilia, ha creduto, anche per via di due parziali accumulati nel primo e nel secondo quarto, di aver vinto la gara: il +10 della prima frazione ed il +11 dei secondi dieci minuti hanno illuso la Segafredo, poco umile nel valutare la Unahotels come una squadra incapace di recuperare svantaggi di questo tipo. L’asse play-pivot che non ti aspetti, composto da Lorenzo Uglietti e “Momo” Faye, interessante centro classe 2005, ha regalato il successo ai biancorossi, i quali con resilienza, pazienza e coraggio hanno messo la freccia nell’ultimo periodo e sono scappati nel punteggio durante i novanta secondi finali; la Vu nera, dal canto suo, ha sprecato ogni possesso nel momento decisivo dell’incontro, trovando due airball dalle mani di Hackett e Mickey, una palla persa banale di Cordinier ed una difesa disattenta sui tiratori dall’arco avversari. La sconfitta per Bologna è, senza dubbio, meritata, visto, soprattutto, l’insufficiente contributo alla causa giunto dalle mani, dalla testa e dalle gambe di alcune individualità, le quali, più di altre, si sono dimostrate poco concentrate ed applicate in uno scontro diretto importante: Hackett e Cordinier su tutti hanno avuto difficoltà nel mostrare le proprie doti e non hanno creato nulla per i compagni, finendo per tentare soluzioni estemporanee, poco gradite a coach Banchi.
Proprio la guida tecnica della Virtus, Luca Banchi, ha parlato di umiltà nel post partita, accusando la squadra di aver sottovalutato l’impegno: che sia stata assenza di umiltà, energia o un insieme più ampio di fattori, il dato certo è che la Segafredo è uscita dalla Coppa Italia ridimensionata, amareggiata e come gruppo, senza che nessun singolo abbia avuto la minima di chance di brillare rispetto ad un risultato deludente per tutto il club. E’ proprio di squadra, tutti insieme, che adesso la Virtus deve resettare la propria mente e ripartire in una stagione, almeno fino a questo momento, molto positiva.
A far discutere, inoltre, la scelta da parte di coach Banchi di non convocare per il match contro la Reggiana Ante Zizic, neo arrivato in casa Virtus, abile nel mettersi in mostra in campionato, ma, certamente, ancor non integrato al meglio all’interno dei concetti cestistici seguiti dallo staff tecnico bianconero: Reggio non poteva contare, per la gara contro i felsinei, su Kevin Hervey, escluso dal roster biancorosso per motivi comportamentali, dunque contro un pacchetto lunghi formato da Atkins, Faye e Chillo sarebbe, con ogni probabilità, stato più redditizio impostare la gara sul lavoro all’interno del pitturato, non chiamando nemmeno in panchina Dobric, ancora non nella miglior condizione fisica e protagonista di un secondo tempo parecchio problematico.
“E’ facile parlare il giorno dopo”, si dice spesso. Certamente lo è, ma non ci si può nemmeno nascondere di fronte alla peggior prova della stagione da parte della Segafredo, dal punto di vista mentale, tecnico-tattico negli ultimi minuti e di attenzione nello sviluppo del gioco. Come detto, le Vu nere affronteranno, ora, un periodo lungo senza disputare alcuna gara, il quale dovrà essere sfruttato per riflettere sui propri errori, allenarsi in palestra dopo la sosta nazionali e prepararsi ad un importante match di Eurolega. La stagione prosegue, veloce e severa: se il desiderio è quello di gioire ancora a lungo, bisogna rimanere uniti, in particolar modo adesso, nel momento più complicato.