La squadra dei miracoli colpisce ancora: la Virtus batte il Partizan e si riprende il terzo posto
Chi lo avrebbe mai detto? Chi avrebbe mai immaginato un successo così solido come quello arrivato contro il Partizan, dopo un -27 a Barcellona nemmeno quarantotto ore prima? La verità è che chiunque abbia sempre creduto in questa squadra lo avrebbe detto.
La Virtus supera il Partizan di coach Obradovic e, giovando delle sconfitte di Panathinaikos e Fenerbahce, si riprende il terzo posto in classifica, a -2 da Barcellona. La formazione felsinea mette in campo tutto quello che ha in termini di energia, benzina in corpo, fisicità, atletismo e tecnica, mentre i bianconeri ospiti, dopo essersi portati anche a sette lunghezze di vantaggio nel quarto quarto, non riescono a trovare quello che sarebbe potuto essere il quarto successo esterno della propria stagione. La Vu nera lotta, combatte, soffre, va sotto nel punteggio, poi rimonta, gestisce i minuti finali e vince.
Incredibile, senza alcun dubbio, è la maturità della compagine emiliana, capace di non disunirsi quando, a tre minuti dalla sirena finale, si trova in svantaggio di quasi dieci punti: la Segafredo di Luca Banchi non sia dà mai per vinta, vende cara la propria pelle e continua a proporre la sua pallacanestro con calma, senza affanno, come si trattasse di una normalissima amichevole. La solidità di Bologna, la fiducia con cui ogni individualità calca il parquet di gioco e la capacità della guida tecnica di trasmettere concetti chiari a tutto il team sono riusciti a sopperire, dall’inizio della stagione a questa parte, ad un talento dei singoli inferiore, molto probabilmente, a quello di tante altre formazioni di Eurolega. La Virtus gioca tranquilla, esprimendo il proprio basket e facendo affidamento su idee chiare, messe in pratica nella maniera corretta.
Il lavoro difensivo della Vu nera parte dal perimetro, zona del campo nevralgica, in cui lasciare costruire gli avversari senza pressione rappresenterebbe un problema: Daniel Hackett, Alessandro Pajola, ma anche Cordinier, Lundberg, Belinelli e Abass mettono in campo una grande prestazione sotto questo punto di vista, non perdendo mai di vista gli esterni più pericolosi di Belgrado. In area, dalla quale coach Obradovic presto esclude il tanto discusso Bruno Caboclo, i lunghi virtussini si trovanoi a dover limitare Koprivica, protagonista a sorpresa dell’incontro e molto più incisivo rispetto al deludente Kaminsky: Shengelia, al rientro da uno stop di due settimane, Mickey, ma soprattutto Dunston, padrone del pitturato nell’ultima frazione, svolgono un buon lavoro di “rym protection”, garantendo copertura delle plance e presenza fisica a rimbalzo.
In fase offensiva, d’altro canto, la Segafredo riesce leggere perfettamente il lavoro nella propria metà campo del Partizan e colpisce di conseguenza: dopo la scarica di triple di capitan Belinelli nel corso del terzo quarto, ad esempio, Obradovic ordina ai suoi di cambiare sistematicamente sulle uscite dai blocchi degli esterni di casa, sugli hand off e, più in generale, in qualsiasi circostanza veda la sfera rimanere sul perimetro, tuttavia Bologna, in seguito a qualche minuto di normale assestamento, è abile nel trovare una soluzione congeniale, attaccando più spesso il ferro, in particolare con Lundberg e Cordinier, grazie alla maggior velocità sul primo passo dei propri esterni, rispetto a quella dei lunghi ospiti, incapaci di arrestare la corsa dei propri dirimpettai. Per la seconda volta in una sola annata sportiva, Luca Banchi ha guidato la sua squadra meglio dell’onnipotente Obradovic, abile nel mettere in difficoltà la Segafredo, ma colto di sorpresa quando il collega toscano ha effettuato le proprie contromosse.
A livello individuale, da segnalare, senza dubbio, la prestazione di Iffe Lundberg, per l’ennesima volta, quest’anno, mattatore delle gare virtussine, “go to guy” e “baller” tanto agognato dal pubblico felsineo; oltre alla prova del danese, non si può dimenticare il lavoro svolto sotto le plance da Dunston e nemmeno la capacità di Shengelia di reggere tanti minuti in campo al rientro dall’infortunio. Cordinier, inoltre, ha saputo replicare la buona prestazione di Barcellona, dimostrando di poter essere la chiave per la sua compagine in termini di atletismo, quando nulla viene creato fino agli ultimi secondi dell’azione.
La Segafredo torna a volare per davvero, ma questa volta è diverso: il successo arriva durante un periodo di flessione per la squadra emiliana, la quale sta attraversando, senza dubbio, il peggior momento della propria stagione, ma non per questo cade senza combattere o mostrare il proprio basket. La risposta, a tutti quelli che davano la Virtus per vinta ed in assoluto calo, è arrivata: i bianconeri ci sono, anche se in emergenza di carburante, hanno recuperato tutti i propri effettivi e sono pronti a ripartire, senza, per la verità, essersi mai davvero fermati.