La Virtus cade a Barcellona e lascia il terzo posto: è un arrivederci o un addio?
La domanda, dopo la pesante sconfitta contro Barcellona, è questa: tornerà la Segafredo sul podio della classifica di Eurolega, o lascerà definitivamente lo scettro prestigioso ad altre realtà?
Il momento di flessione della Virtus è sotto agli occhi di tutti, tuttavia il sentimento con il quale lo si affronta dipende da ciò che ogni appassionato di basket si aspettava dai bianconeri in questa stagione. L’obbiettivo dichiarato ad inizio anno dalla società, tramite le parole del patron Massimo Zanetti, coincideva con la post season della massima competizione continentale, che arrivasse dai play in o da una diretta qualificazione ai playoff; gli emiliani sono, probabilmente, una formazione di medio-alto livello, in grado di rendere al meglio se in forma, capace di proporre innovativi concetti di pallacanestro, ma non così dominante come la si è vista essere nel girone d’andata della stagione regolare. Il livello della Vu nera è molto più basso rispetto a quanto mostrato fino ad ora? La risposta è, trattando l’argomento in maniera distaccata ed il quanto più obbiettiva possibile, negativa: la verità, se ce n’è una, è che i felsinei hanno meritato di rimanere tra le prime tre posizioni della graduatoria sino ad oggi, hanno mostrato un bel basket, ma, grazie ad un’ottima condizione fisica, hanno retto anche più del previsto tra le prime della classe, quando un calo, soprattutto all’interno di una competizione del genere, sarebbe stato più che normale anche prima.
A preoccupare, per giunta, non devono essere le singole sconfitte, bensì il modo in cui arrivano tali insuccessi: la Segafredo approccia, generalmente, bene gli incontri, riesce ad esprimersi finchè reggono le gambe, ma quando cala la lucidità si perde, finendo per accumulare svantaggi importanti, i quali rischiano di minare la serenità dell’ambiente e la salute psicologica dello spogliatoio. Per questo, dunque, sarà fondamentale, in vista di un match contro una pari grado come quello di venerdì sera, dimenticare subito quanto accaduto al Palau Blaugrana e ripartire dalle proprie certezze, senza farsi scalfire nell’animo e nella testa; il Partizan Belgrado è una diretta concorrente per accedere alla post season ed i bianconeri non possono permettere agli eventi di trascinare un intero gruppo. La possibilità di chiudere le prime trentaquattro gare di Eurolega tra le sei alla guida della graduatoria è, grazie a quanto fatto nel girone d’andata, ancor ben salda tra le mani del gruppo emiliano e, per di più, raggiungibile aritmeticamente senza fare miracoli, bensì portando a casa diatribe con pari grado, come Valencia, Baskonia, Zalgiris, Stella Rossa e, appunto, Partizan.
La sfida persa contro i blaugrana ha raccontato di una formazione stanca, la quale, complice qualche defezione rilevante, sta faticando a dare continuità di prestazione nell’arco dei quaranta minuti di gioco: al Palau, la Virtus scende in campo vogliosa di guadagnare due punti, lotta, soffre sotto le plance, ma non demorde e rimane attaccata agli avversari con tanta buona volontà e capacità di trovare canestri d’oro in mezzo al fango, poi, però, esaurisce il carburante, cala in ogni aspetto del gioco e viene surclassata. La presenza di Willy Hernangomez sotto i tabelloni disturba tutti i lunghi della Segafredo, incapaci di schermare le plance a dovere ed utilizzare le proprie doti in fase offensiva: Dunston, Polonara e Mickey sono impalpabili, mentre Ante Zizic, autore di un primo quarto terrificante, ha più successo nel lavoro di rym protection e nel farsi sentire all’interno del pitturato nella parte finale dell’incontro. Hackett e Pajola, inoltre, non possono nulla contro le grandi prove di Brizuela e Laprovittola, alla miglior prestazione da parecchie settimane a questa parte; oltre a quanto accade in cabina di regia, la quale smista assist come fosse un’abitudine comune, la compagine di coach Grimau riesce a lavorare bene con lunghi ed esterni, creando un sistema di aiuto reciproco e posizioni variabili, con pochi punti di riferimento per gli avversari.
Il premio come Mvp in casa Virtus lo vince, senza alcun dubbio, Isaia Cordinier, atleticamente prestante e più continuo rispetto ai compagni durante tutto l’arco del match; Lundberg mette a segno le prime due triple della gara bianconera, si impegna, lavora nella propria metà campo e merita una menzione d’onore, della quale, di certo, non parliamo nel caso di Jordan Mickey, alla seconda prova deludente consecutiva al rientro da un medio-lungo periodo di stop.
La Segafredo ha bisogno di ripartire e per farlo può sfruttare la grande occasione che tra meno di quarantotto ore le si presenterà dinnanzi: ore 20:30, alla Virtus Segafredo Arena, contro il Partizan Belgrado, per tornare a vincere, rilanciarsi in classifica ed avvicinare la quota playoff.