La Virtus colpisce ancora: nona vittoria consecutiva in casa, Bayern battuto
La Virtus Bologna mette la freccia nel finale di gara, si libera anche del Bayern Monaco e conquista la nona vittoria consecutiva tra le mura amiche. I bianconeri, dopo il punto a punto iniziale, non riescono a mettere il muso avanti nel punteggio fino a tre minuti dalla sirena finale, poi sorpassano i bavaresi e raggiungono il successo al fotofinish.
Il Bayern di coach Laso è una squadra ben organizzata, tosta a livello fisico, dura da scalfire e ben attrezzata dal punto di vista dei singoli: talenti come Serge Ibaka, Edwards, Obst, Lucic e Bolmaro non sono così diffusi nella massima competizione continentale, mentre la compagine tedesca può contare sull’apporto di queste individualità, di fatto, ogni partita. Nel giorno dell’esordio di Zizic in canotta Segafredo, il piano tattico di Pablo Laso rischia di rovinare la festa ai padroni di casa: l’ex Real Madrid, infatti, volendo sfruttare la fisicità, l’atletismo e la preparazione dei suoi nella propria metà campo, sceglie di aggredire la prima costruzione felsinea rendendo sovraffollato il perimetro, con lo scopo di rubare velocemente il pallone ed organizzare, poi, l’azione offensiva. La scelta di accoppiare Bonga a Daniel Hackett si rivela, quantomeno nei primi trenta di gioco, assolutamente vincente, poiché l’ala piccola riesce a creare una densità tale da non rendere facili nemmeno gli hand off agli avversari in quella zona di campo; Edwards e Bolmaro si comportano altrettanto bene in fase difensiva, mentre Booker tenta di prendere le misure su Shengelia ed Ibaka chiude l’area. Le Vu nere vanno in difficoltà, restano a galla grazie ad una grande tenacia ed a qualche soluzione individuale, ma non riescono mai a rendere la loro pallacanestro veramente fluida; in questa fase di gara, si rivela decisivo, nonostante quanto appena detto, proprio Hackett, il quale mette a segno qualche canestro importante quando libero dalla pressione di Bonga e non perde mai la testa.
Dopo l’intervallo lungo, le squadre rientrano sul parquet con lo stesso schema e le stesse idee dei primi venti minuti, ma qualcosa, sotto indicazione di Luca Banchi, cambia: l’allenatore toscano vede i propri creatori di gioco in difficoltà sul perimetro, percepisce spaziature non così corrette e decide, cambiando, quindi, totalmente l’impostazione del proprio match (almeno in apparenza), di lasciare la sfera tra le mani di Shengelia con continuità, poiché, grazie alle ottime mani del georgiano, il post basso al limite del pitturato può essere una cabina di regia aggiuntiva, all’interno della quale il numero 21 ha la libertà di scegliere se andare a canestro in uno contro uno o ributtare il pallone oltre l’arco dei tre punti. Banchi ordina, i giocatori eseguono e la Virtus riesce a trovare punti più comodi, spaziando meglio il campo, ma, soprattutto, caricando di falli il Bayern Monaco.
La Segafredo rimane a contatto, conquista parecchi viaggi in lunetta e riesce ad arrivare all’ultimo quarto in svantaggio di poche lunghezze: è in questo momento che Pablo Laso si dimentica Edwards in panchina, raffreddando completamente i polpastrelli del suo miglior realizzatore e facendo credere ai padroni di casa di poter mettere la testa avanti. In seguito a due conclusioni vincenti di capitan Belinelli, è la Vu nera ad avere l’inerzia dell’incontro dalla propria parte, i bianconeri non perdono la testa, mettono sul parquet cuore, mentalità, tenacia e riescono a dare la zampata finale con Cordinier, Hackett e Lundberg.
I due punti più pesanti della stagione? La risposta è negativa, almeno per il momento, anche se Bologna, portando a casa il successo, dimostra di essere più concreta e matura anche dei bavaresi, dopo aver battuto in rimonta l’Olympiacos di Bartzokas. Al Bayern qualcosa manca, in termini di carattere e scelte nel finale, ma la formazione ospite può consolarsi pensando di aver messo in piedi un valido progetto cestistico e di essere ancora in piena corsa per un posto ai play in.