Che Reyer alla Segafredo Arena! La Virtus cede il passo in LBA e perde il secondo posto
Una Virtus poco corale cade in casa contro l’Umana Reyer Venezia e perde il secondo posto in campionato.
La compagine orogranata sbanca la Segafredo Arena, grazie ad una prestazione balistica importante, ad una difesa quasi sempre aggressiva e ad un gioco più fluido rispetto a quello offerto dagli avversari, reduci da una grande gara contro il Baskonia e molto meno lucidi per affrontare un impegno di questa difficoltà.
La Vu nera, fin dai primi minuti dell’incontro, non riesce a coinvolgere tutti gli uomini in campo in fase offensiva e mostra parecchi difetti, ai quali, per la verità, nessuno era abituato: la varietà di soluzioni in attacco è molto minore rispetto al solito, la difesa è più distratta ed il tiro molto meno incisivo se confrontato con le percentuali dei match giocati nelle ultime settimane. Coach Banchi, volendo sfruttare la maggior fisicità dei suoi, ordina alla squadra di appoggiarsi al post basso di Daniel Hackett e Toko Shengelia, al fine di amministrare l’azione da quella zona di campo e segnare punti facili (quantomeno sulla carta) spingendo indietro i lagunari di stazza minore. La difesa veneziana, però, non si fa trovare impreparata e riesce a sporcare o rubare tanti palloni preziosi, scatenandosi, poi, in contropiede o transizione e ferendo una Segafredo lenta nel rientrare e nello schierarsi all’interno della propria metà campo.
A livello mentale e di energie, lo si percepisce fin dall’inizio, la Reyer ha qualcosa in più: la formazione di coach Neven Spahija riesce a seguire il proprio piano partita, facendo della pressione sui costruttori di gioco bianconeri e dell’ampia gamma di soluzioni offensive le proprie armi migliori. La Reyer si pone l’obbiettivo di liberare Tucker al tiro pesante, sfruttando una serie di blocchi sul perimetro ben eseguiti da Brooks, Tessitori e Wiltjer, ma riesce anche a tagliare nella maniera corretta all’interno del pitturato difeso dai lunghi di casa, poiché Spissu e Brown Jr. si rendono principali volti di una cabina di regia che pesca sempre l’uomo libero, anche quando sotto pressione. Le percentuali degli orogranata sono, proprio per i motivi sopracitati, decisamente alte: gli ospiti chiudono, infatti, con il 45,7% dalla media distanza, ma soprattutto con il 47,6% da tre, frutto di un 10/21 da oltre l’arco di tutto rispetto.
Bologna, al contrario, forse per la prima volta in questa stagione, si affida quasi solo a soluzioni, che Luca Banchi definisce “estemporanee” nel post partita: il basket virtussino funziona quando corale, di sistema, mentre contro l’Umana è più il singolo a risaltare in azioni per lo più individuali. Il volto principale dei bianconeri è, senza dubbio, capitan Marco Belinelli, capace di colpire ripetutamente Casarin e compagni con triple in catch and shoot uscendo a ricciolo dai blocchi; il solo numero 3 non può bastare ad una Vu nera un po’ spenta negli altri suoi interpreti e meno capace del solito di trovare l’uomo libero al momento giusto, anche a causa, per la verità, di un’attenta difesa ospite.
Si riapre, al netto di questa sconfitta felsinea, la lotta per il fattore campo in Coppa Italia e, pensando ad un futuro più lontano, ai playoff scudetto tra Virtus ed Olimpia Milano, mentre Brescia scappa in solitaria davanti a tutti. Saranno i prossimi mesi a delineare meglio la situazione di classifica, ma la Segafredo, oltre a non mollare un centimetro in Eurolega, dovrà, a questo punto, mettersi nell’ordine di idee che anche il percorso in campionato è da affrontare con la stessa energia e brillantezza rispetto a quello europeo.